Mi sono sempre chiesto perché le donne amano tanto fare shopping.
Per noi uomini non è una cosa così “fondamentale”. Ho cercato una spiegazione razionale, mi sono concentrato sui meccanismi psicologici che potrebbero governare questo irrefrenabile impulso che sembra animarle, soprattutto dopo una delusione, ma anche in pieno stato di appagamento.
L’unica cosa che sono riuscito a intravedere è stato un paragone tra questo “bisogno” femminile e l’appetito sessuale maschile.
Tutto è nato da una mail ricevuta da un amico, una di quelle mail apparentemente “ciarlone”, “ridarecce”, sensa alcuna velleità “introspettiva” o “riflessiva”.... eppure è là che ho trovato la risposta.
Troppo banale.... direte voi. Probabilmente si, rispondo io.
Comunque in questa mail ho trovato il sottile parallelismo che mi ha fatto riflettere; un concetto che più che da “commentare” o “analizzare” è da “rivelare” al momento opportuno....
A quanti di voi maschietti non è capitato di essere lì, accoccolati accanto ad una donna, proprio mentre vi apprestate a vivere i momenti di intensa passione che nella vostra mente già si sono materializzati alcune ore prima; e proprio in quel momento, dopo i primi baci, le prime carezze, che dovevano essere il preludio ad un’apoteosi di sesso.... lei, candidamente.... con fare languido che nasconde un perfido progetto affinato negli anni.... vi guarda e vi dice, con voce sussurrata da cerbiatta: “amore, no, adesso voglio solo che mi abbracci, ho bisogno di coccole, stasera voglio un po’ di romanticismo…. capisci? Ne ho bisogno”.
Qualche secondo di silenzio.... e voi, là, con il corpo ormai svuotato dei circa 5 litri di sangue, che in quel momento si sono concentrati completamente in un’altra parte del corpo che è diventata praticamente la vostra “vera” parte “pensante”, scippando questa funzione tanto nobile al povero cervello, che, annaspando, non riceve più ossigeno sufficiente a garantirvi una capacità anche solo accettabile di “attenzione”.
E, ancora increduli, non avete nemmeno il tempo e la capacità di replicare, mentre lei fa le fusa come una gatta cercando solo quelle che lei definisce “coccole”.
Rimanete inerti, quasi allucinati, in uno stato simile alla catalessi. E lei, appagata da quel “sottile” senso di “potere” di cui tanto le aveva parlato sua madre, si addormenta sul vostro petto, o, peggio, sul vostro braccio, che inevitabilmente vi ritroverete totalmente insensibile e “formicolante”.... e voi, in uno stato di “morte apparente”, percepite quello che vi accade attorno, ma non riuscite a muovere un solo muscolo.... non tentate neanche di “ribellarvi”, e restate là, finchè il sangue non ritorna a scorrere più o meno normalmente nel vostro corpo, fornendo una sufficiente quantità di ossigeno al vostro cervello, liberando quell’altra parte del vostro corpo che resta, aimè, “inappagata”.
E qui scatta la genialità, la “rivoluzione” del pensiero, la conquista della “consapevolezza”:
Qualche giorno dopo l’episodio di “catalessi” voi le proponete un giro in centro, premettendo che in quell’occasione sarete voi a darle ciò che desidera.... la sua carta di credito potrà lasciarla a casa. Perché siete voi che volete essere gli artefici della sua felicità, del suo appagamento, voi, solo voi.... come gesto che parla del vostro bisogno di “manifestarle amore”….
Dopo una mezz’ora, eccovi insieme a lei, in un habitat congeniale ai suoi istinti più reconditi: il centro commerciale o le vie del centro.... luoghi “ameni” per voi, una “terra di mezzo” dove lei invece si sente finalmente “viva” e “libera”. Libera di “shoppingare”.
E voi, lì, ad osservarla senza dare nell’occhio, anzi, agevolate il suo “slancio”. L’assecondate in ogni pensiero, e, non solo.... Entrate con lei in una delle boutique che lei ama frequentare per cambiare circa ogni due settimane il suo guardaroba, e le dite: “ecco, prova ciò che ti va.... al resto ci penso io, voglio vederti felice, è questo che conta”.
Lei, quasi incredula, comincia a provare un capo di Armani, una gonna di Ives Saint Laurent, un top di D&G.... timidamente il suo sguardo si ferma su un delizioso completo di Valentino.... non osa chiedere il prezzo alla signorina che la sta assistendo (anche perché non fa chic chiedere il prezzo di un abito prima di averlo pagato). Ma voi la rassicurate, e, pacatamente, le dite, con voce calma e sussurrata: “amore, non preoccuparti, per me l’importante è che tu sia felice, provalo pure se ti piace....”.
E, dopo appena tre ore di stazionamento nella boutique, vi avvicinate alla cassa con lei.... la commessa ha quasi terminato di passare tutti i capi.... lei vi guarda come poche volte vi ha guardato, appagata e desiderosa di “indossare” al più presto il bottino di guerra e mostrarlo alle sue amiche. Voi, avete quasi ceduto la carta di credito nelle mani della commessa.... ma.... un istante.... ecco il genio....
Pensieri reconditi che prendono nuovamente forma dentro voi.... il ricordo di uno stato di “morte apparente”.... un urlo strozzato in gola (si fa per dire)....
Vi girate verso di lei, ritirando la carta di credito dalle mani della commessa che non fa a tempo a bloccarla tra le sue dita.... la guardate.... e con la stessa voce pacata e sussurrata di prima, le dite: “amore, no, adesso non mi va di pagare.... adesso voglio solo che mi abbracci, ho bisogno di coccole, oggi voglio un po’ di romanticismo.... Capisci? Ne ho bisogno!!!!”
E lì, cari maschietti, la nostra mente si libererà in un amplesso che ci ripagherà di tutti quelli che ci sono stati “negati” nel tempo....
Stasera sono in preda ad un bieco sentimento di anti-romanticismo.... ma sono certo che mi riprenderò presto.... nel frattempo c'è una colonna sonora che calza a pennello.... QUI