.
Un augurio sincero a tutti voi.... che sia un anno di vittorie e gioia, al di sopra di ogni sconfitta e dolore...
.
Maurizio
.
Ci siamo incontrati un’ora prima, il tempo di scambiare qualche battuta, prenderci in giro come al solito, come quattro adolescenti che finalmente hanno lasciato i libri su cui svogliatamente hanno trascorso il pomeriggio.
Massimo vuole andare in un agriturismo ad una trentina di chilometri da Bari…. per mangiare la “carne buona” e bere quel rosso fatto in casa che a berlo ti sembra che non esista altro vino degno di essere chiamato con quel nome.
Alla fine decidiamo per la trattoria, che già il nome richiama la degustazione che ci aspetta…. Francesco dice che è meglio non allontanarci, così ci godiamo la serata senza poi doverci preoccupare di affrontare altri 30 chimoletri per tornare a casa… Francesco sei un rompicoglioni – tuona Massimo – e tra uno spintone e qualche insulto bonario (non nei termini ma nella sostanza)…. ci avviamo….
.
Dove ci sediamo?
Dai lì in fondo…. Ma non hai prenotato?
Ma se lo abbiamo deciso adesso come facevo a prenotare, ma lo vedi che sei stronzo?
Continuano a punzecchiarsi… alla fine interveniamo io ed Emilio, quasi in coro… non é che siete cambiati molto voi due rispetto al liceo eh?
.
Ecco il cameriere, un’omino tutta pancia, naso rosso alla geppetto e pochi capelli tirati indietro….
Buonasera, un tavolo per quattro… è possibile? Magari quello là, in fondo alla sala.
Dottò, quello sta già prenotato… se mi chiamavate anche stamattina era più semplice, comunque uno ci sta, dietro, sulla verandina, va bene?
Va bene, va bene…. Va benissimo.
Ci sediamo….
.
Mi immergo in quell’atmosfera… una serata tra amici, che avrà di speciale? Quattro amici che hanno condiviso l’adolescenza, e poi il lavoro, e poi, e poi…. E poi l’amicizia… quella che va oltre i matrimoni, le delusioni, le mazzate della vita… e tanto altro ancora….
Una serata tra amici…. così diversi e così uguali….
Massimo…. carattere di merda, perché questa è la definizione giusta, medico, lavora per il tribunale, e fa anche il medico competente per alcune aziende, per la sorveglianza sanitaria.... è un testardo cronico…. nelle giornate “storte” è capace di fanculizzare le persone per qualsiasi cosa, anche il semplice saluto. Gli piacciono le donne (non che a noi non piacciano, ma lui da l’impressione di volerci provare con tutte quelle che passano nel raggio di un chilometro), e per questo ne ha fatte di cazzate, e spesso gli amici hanno cercato di farlo ragionare… senza risultato. Si è talmente applicato per mandare a puttane il suo matrimonio che, alla fine, ci è riuscito.
Francesco…. medico di base, l’amicone, il grande saggio, ma anche l’eterno bambino. Chi lo incontra, inizialmente, ha la sensazione che sia uno di quelli che non ti sarà mai, che dico “amico”, ma nemmeno “conoscente” …. E invece la sua è solo diffidenza e timidezza, e chi lo conosce bene è pienamente consapevole della sua capacità di donarsi come pochi, che traspare anche dal suo modo di portare avanti il suo lavoro e dalla dedizione assoluta a sua moglie ed ai due bambini.
Emilio…. l’avvocato, lavora nello studio legale del padre, grande cuore, ma da anni ormai “non si lascia più coinvolgere troppo dagli affetti”, forse per via di delusioni mai metabolizzate del tutto. Vita familiare apparentemente tranquilla, oggi… della serie “forse mia moglie mi tradisce, ma meglio far finta di niente”. Ha cercato di reagire alla vita, ma alla fine ha deciso che era meglio trovare un “compromesso”…
E infine…. eccomi…. sposato, una figlia di dieci anni… che adoro. Negli anni del liceo mi chiamavano la “coscienza” del gruppo… ma non era coscienza la mia, era paura di deludere, e col tempo l’ho capito ed ho cercato di farne tesoro; medico anch’io, ma con vocazione per l’esibizionismo, così mi dicono, e forse hanno ragione, anche se, mi chiedo, come può uno che ha sofferto di “timidezza patologica” celare una tale vocazione esibizionista?
Eppure ora siamo qua, a immergere le nostre diversità nella condivisione di un’amicizia che ha retto alle intemperie ed ai nostri parziali fallimenti…. ma che ha anche goduto dei nostri trionfi, quei trionfi che, anche quando erano piccole cose, li abbiamo fatti diventare come la vittoria dell’Italia ai mondiali….
Magia dell’amicizia e di quell’adolescenza di cui, in alcuni momenti, proprio non riusciamo a liberarci, che rivive in quattro quarantenni che non hanno niente di meglio da fare che riunirsi ogni tanto per parlare ancora di donne, di filosofia spicciola, e per prendersi in giro, piangersi addosso, o piangere sulla spalla dell’altro…. e che, in fin dei conti, non chiedono molto dalla vita, se non poter continuare a godere anche di questi momenti….
.
Ti ricordi Emilio? Ti ricordi di quella volta che mi hai chiamato alle tre di notte? Che ti ho bestemmiato in turco? E poi mi sono fermato quando ti ho sentito che, con voce “rotta”, mi dicevi “se n’è andata”… se n’era andata…. ed aveva portato i bambini con sé…. Pensi che queste cose accadano solo nei film, e invece accadono anche nella realtà… e anche se succedono ad un amico, è come se il protagonista fossi tu.
E dopo poco ci siamo ritrovati a casa tua, in silenzio, io e Francesco che guardavamo il pavimento…. la stanza era nascosta dal fumo denso delle sigarette. Tu spalmato sul divano, con gli occhi chiusi… E siamo rimasti così per un’ora… poi io sono andato a casa, Francesco è rimasto da te….
.
E chi ce le toglie a noi quattro ‘ste cose? Chi ce le toglie? E quando qualcosa va storto… almeno abbiamo la sensazione di avere costruito qualcosa…. almeno tra di noi…
.
Dai fai portare il conto… oh ma sai che la zuppa di pesce era spettacolare?
Chi paga?
Paga Francesco stasera, che tanto non fa una mazza dalla mattina alla sera e si prende euri su euri….
.
E ancora qualche battuta, qualche schermaglia…. Qualche risata, ed è andata anche questa serata….
.
Dai cazzo, che domani abbiamo il compito di latino....
.
Ah no… ma quale compito…. sono passati vent’anni….