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giovedì 19 febbraio 2009

CHI SEI TU?

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Chi sei tu?
E’ la domanda che spesso un figlio si sente fare da un genitore affetto da Demenza Senile… e, soprattutto all’inizio, può essere devastante percepire un “distacco” emotivamente inaccettabile…
L’esperienza di un uomo o una donna a cui viene diagnosticato il cosiddetto Morbo di Alzheimer e altre forme di “Demenza” sia “senile” che “precoce”, è un’esperienza che sconvolge non solo la vita della persona ammalata, ma l’intero contesto familiare in cui questa vive.
Chi ha assistito al processo di “decadimento” progressivo delle funzioni intellettive di un malato di Alzheimer, sa cosa significa affrontare il “carico” dell’assistenza a questi malati, un carico psicologico, e anche fisico, che spesso coinvolge talmente radicalmente le persone che si prendono “cura” dell’ammalato, da trasformare profondamente molti aspetti delle loro vite, da quelli lavorativi a quelli relazionali. Per le persone che vivono questa situazione con un genitore o con un familiare convivente, è importante confrontarsi con chi vive la stessa situazione, per trarre da questo confronto conforto e capacità di elaborazione.
Oggi l’Associazione Alzheimer Italia rappresenta un ottimo organo di informazione soprattutto per i familiari di malati di Alzheimer.
Non scoraggiatevi, reagite, e soprattutto non sentitevi soli in un’esperienza che va affrontata, paradossalmente, prevedendo il peggio e non sperando nel meglio. Perché cercando i giusti supporti che spesso sono messi a disposizione delle famiglie, sia economici (assegno di accompagnamento, ottenibile facendo domanda per il riconoscimento dello stato di invalidità civile) che assistenziali in senso stretto (ci sono molti Comuni che mettono a disposizione un servizio di assistenza domiciliare che aiuti i familiari a “alleggerirsi” del carico assistenziale), ci si può “preparare” meglio ad affrontare l’inevitabile peggioramento delle condizioni di questi ammalati. Cercate utili informazioni presso le vostre Aziende Sanitarie Locali di competenza, e presso i Comuni.
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“Il demente è un ricco divenuto povero,
mentre l’idiota è sempre stato povero”
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Esquirol
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Era là…. in quella stanza… la luce soffusa avvolgeva ogni cosa in un velo surreale… osservava quel volto rugoso e scavato… gli sembrava così diverso dal volto che l’aveva accompagnato per tanti anni della sua vita, quello stesso volto che gli aveva insegnato a ridere, a piangere, a ribellarsi ed a far pace con se stesso e con gli altri… un volto di fronte al quale, ora, non riusciva a restare indifferente… non riusciva a liberarsi dal peso di quel senso di “impotenza” che prescindeva dalla propria coscienza di figlio….
Immobile su quel letto… occhi lucidi di lacrime o semplicemente di stanchezza… suo padre gli appariva in tutta la sua fragilità, che ogni figlio percepisce come qualcosa di “innaturale”…
Fa parte del non volersi sentire del tutto adulti… del non voler ammettere di vestire ormai gli abiti dell’uomo… abbandonando quelli di bambino…
E rivedeva ogni istante, gli sembrava impossibile che stesse accadendo… l’aveva sentito raccontare tante volte, ma non ci credeva… eppure le immagini scorrevano davanti agli occhi… e si rivedeva insieme a lui… istanti indelebili… che non avrebbe mai pensato di conservare nella memoria…
E avrebbe voluto avvicinarsi… lo fece lentamente e quasi timidamente… ora erano soli…
Gli afferrò dolcemente la mano… lui lo guardò… gli occhi divennero più lucidi e grandi… in un attimo lo sguardo sembrò abbandonare il vuoto in cui si era perso fino a qualche istante prima… e riprese “coscienza” del presente…
Si sentiva inadeguato e inutile… incapace di essere “figlio” nella stessa “misura” in cui lui era stato “padre”…
“Perdonami” fu tutto quello che riuscì a sussurrare… e lui lo guardò, e con gli occhi sembrava sorridergli e rassicurarlo.. come mai aveva fatto prima d’allora… regalandogli un istante che mille giorni non avevano saputo dargli… e allora comprese che essere là… era già un dono…
E mentre le lacrime scendevano da sole… si ritrovò a sussurrare un “grazie” che gli sembrava di avergli negato per una vita….

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38 commenti:

Kylie ha detto...

Buongiorno! Purtroppo ci sono situazioni davvero molto difficili ed è la famiglia a sopportarne il peso, al momento non ho questo problema ma i miei genitori stanno invecchiando purtroppo. Non so che succederà nel futuro...
Baci

sunflower ha detto...

stasera ti leggo:)ora scappo al lavoro, ma prima volevo augurarti una buona giornata
a presto da Emi
chi sono? la magica Emi:)

ANTONELLA ha detto...

non ti dirò perchè questo racconto per me è vero ma ti ringrazio di averlo pubblicato e ti bacio con affetto

Anonimo ha detto...

Strapazza il cuore
Buondì
Silvano

Veneris ha detto...

Il racconto è bellissimo ma straziante.

Bruno ha detto...

madonna...che racconto...è proprio vero, se non ci sei dentro non dai mai l'importanza alle cose.....
ciao maurizio....buona giornata

Donnachenina blog ha detto...

Ciao Maurizio, post molto interessante, però devo passare con calma per il commento, intanto grazie
CIAO

Anonimo ha detto...

Complimenti, mi hai fatto commuovere... Ogni tanto penso a quando i miei genitori saranno vecchi e non sarà poi tra molto tempo... in quei momenti mi prende una tristezza così grande... poi li guardo, li sento litigare, arrabbiarsi, riappacificarsi e penso: "spero resistano così il più a lungo possibile, non sono ancora pronto a prendermi cura di loro...".

Ciao

la signora in rosso ha detto...

Doloroso pensare che questa malattia interrompe la comunicazione con le persone che ami e che ti amano. Speriamo che la scienza riesca a trovare dei rimedi...

*Giulia* ha detto...

In attesa che la medicina riesca a vincere anche questa guerra..l'A di Alzheimer viaggia stretta stretta all'A di Amore!
Ho visto dove l'amore di una famiglia può arrivare ed aiutare,
ed intanto vincere piccole battaglie!
Ma troppo spesso anche la famiglia ha bisogno..

troppo spesso quel che scrivi mi coinvolge,perchè io credo in ciò che faccio e lo faccio con il cuore!Quante volte tornando a casa dal lavoro mi chiedo se ho fatto tutto,se avessi potuto far di più..o semplicemente dire..
Come aiutano alle volte le parole!
Un caro abbraccio Maurizio..

Vania e Paolo ha detto...

Quel che scrivi è così emozionante che non servirebbero commenti.
La VITA però ci insegna che tutto deve essere affrontato con il "cuore". Rendersi conto di ciò che siano stati, siamo , e solo così avremmo la "carta vincente" per combattere questa "malattia" nel senso umano.
E per "correre" a testa alta nel nostro "oggi".
L'importante comunque è "ESSERCI" sempre,così da non poter rimpiangere e dire "non ho fatto abbastanza" ma dire "IO C'ERO E HO PROVATO " !!

Per quanto riguarda la medicina io non ne sò molto, credo però stia facendo passi da gigante , chissà mai che... risolva anche questo drammatico problema.


Con affetto Vania

Angelo azzurro ha detto...

Bel post, particolarmente toccante , davvero! Io ho due genitori anziani ancora in buona salute, ogni giorno mi chiedo: sarà per quanto?

maria rosaria ha detto...

grazie per le informazioni, maurizio.
le malattie che rapiscono la coscienza dell'essere umano sono come una sferzata d'aria gelida che entra improvvisamente dalla finestra.
bacio, caro

JANAS ha detto...

ci sto dentro fino al collo...e posso dire che è davvero tutto molto molto difficile!!
mia madre che ha questa malattia, diventa ogni giorno più ingestibile...
mio padre è cieco, reduce da un infarto..
per tre anni ci siamo alternati io, le mie sorelle e mio fratello! Ma ora le cose stanno veramente precipitando!
perchè non ci sono solo il loro problemi..ma anche quelli del nostro vivere, e conciliarli è diventato quasi impossibile, spesso a discapito della salute anche nostra...
specialmente con mia madre che rifiuta categoricamente l'introduzione in casa di una donna che possa alleviarci da qualche incombenza! non vuole nemmeno la donna delle pulizie, non vuole nessuno in casa estraneo alla famiglia..ma anche noi siamo stanchi, e questa cosa sta seriamente compromettendo la serenità all'interno delle nostre famiglie.. non è facile, e non è un problema di amore, perchè io li amo tantissimo, le cose e le complicazioni che nascono da queste situazioni sono molto molto profonde ...non è facile nemmeno decidere di metterli in una casa di riposo! :(((

Jane (Pancrazia) Cole ha detto...

Bellissimo racconto, complimenti!
L'Alzheimer non colpisce solo una persona, ma si abbatte su tutta la famiglia.

Unknown ha detto...

che tristezza ... spero di non dover mai affrontare nulla di simile ... anche perchè quello che ho visto fino ad ora mi basta ...
:( un abbraccio

Donnachenina blog ha detto...

Ciao caro Maurizio, prima di toccare argomenti che la fanno da padrone con audience e share, accertatti che dopo avrai energia e voglia di dare retta a tutti....
Intanto per darti una mano, visto che hai toccato un argomnento di fuoco quoto prima ALI-DILUNA, e poi proprio consequenzialmente JANAS, c'è uno e c'è però anche l'altro, non parlo in teoria...ma in pratica, anche se ora (almeno a me...) non serve più niente...hanno ragione entrambe con quello che dicono
Poi però, Maurizio, devo fare a te un piccolo rimprovero...come pensi che una poverina che è già affetta da morbo di Alzheimer, come la sottscritta ti possa seguire nella tua parte finale del post?
Non ci capisco una mazza, dimmi cosa devo e posso fare, con quella parte di cervello che ancora mi resta, dctor...abbi pazienza e cura, dei tuoi ammalati!
Mettiti nei suoi panni,e sii un po' più semplice, come si fa con i bambini!
Un bacio dal mio letto di ospedale!

`·. ̧ ̧.· ́ ́ ̄`··.Giusy·`·. ̧ ̧.· ́ ́ ̄`· ha detto...

Maurizio che bel post....quanta tenerezza racchiusa nelle frasi...molto profonda e piena di significato...mi sono commossa tanto...sei straordinario...serena serata.

Jane (Pancrazia) Cole ha detto...

Ciao Maurizio, ritorno su questo post solo per avvertirti che da me c'è una "sorpresa" ;)

Anonimo ha detto...

ciao maurizio.
ho fatto nch'io 'esperienza di cosa voglia dire un malato di Alzheimer in casa (mia nonna).
l'abbiamo vista regredire pian piano verso l'infanzia, lei che era una donna di ottant'anni.
sono esperienze che segnano.
un abbraccio e buon weekend!!

Anonimo ha detto...

Ciao Maurizio!
Passo per un saluto, visto che non mi facevo vivo da tempo...
A presto!

Marie Claire ha detto...

Ciao Dottò,
io sono lontan da questa reltà...per ora e spero per sempre, comunque ti ringrazio per quanto ha scritto. E' una problematica che si può sempre vivere, direttamente o no e per la quale si può essere d'aiuto in entrambi i casi.
Grazie quindi!
Buon fine settimana!

Marie Claire ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Marie Claire ha detto...
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lella ha detto...

il tuo racconto mi ha fatto ricordare la mia esperienza con il mio nonnino,ke adesso nn c'è +!
Non mi riconosceva + ed ogni volta ke lo andavo a trovare mi si straziava il cuore nel vedere quell'uomo tutto di un pezzo ridotto in quello stato.
Dio mio,spero di poter arrivare alla sua età ma mi auguro di non dover patire quello ke ha patito lui.
buona domenica
Lella

Wilma ha detto...

Ogni giorno,per lavoro, raccolgo le angoscie, il senso di abbandono, la disperazione del "care giver", ossia la persona che si occupa dell'assistenza del malato di Alzheimer.E' uno strazio quando sono i figli ma, ancor più quando è un coniuge: anziani a loro volta, affaticati ma instancabili nella cura del "loro caro", sono inconsolabili,commoventi,piccoli eroi domestici dimenticati...

Mcloud ha detto...

* Kylie: la realtà della NON AUTOSUFFICIENZA tocca tutti prima o poi... è utile esere informati per tempo, perchè, spesso, non si è a conoscenza dei "possibili" aiuti di cui si può usufruire...
Un bacio a te

* Emi: sempre pronto a farmi leggere :)

* Antonella: e io non te lo chiederò... un bacio

Mcloud ha detto...

* Braciola: un caro saluto

* Veneris: spesso la realtà è straziante... a presto

* Bruno: è così...

Mcloud ha detto...

* Donnachenina: la prossiam volta cerhcerò di essere più "semplice" come dici tu. :-)
Un abbraccio

* Mi chiamo Forrest: grazie del tuo complimento, perchè lo prendo come tale. :)
Si è sempre all'altezza... anche quando ci si sente inadeguati... alla fine si trova in se stessi sempre la forza di affrontare... e anche cadendo... ci si rialza.

* La signora in rosso: oggi si conosce molto di più rispetto a qualche decennio fa, ma non esistono ancora cure efficaci...

Mcloud ha detto...

* Alidiluna: in effetti l'unica terapia che può dare un beneficio reale a questi malati è la "famiglia"... il cercare di non "sradicarli" dal loro ambiente e dai loro affetti... a volte sobbarcandosi un onere che sicuramente non è facile da sostenere...
Un abbraccio a te

* Vania: anche quando "ci sei", dopo ti resta dentro comunque un senso di inadeguatezza e la sensazione di "non aver fatto abbastanza"... perchè ti senti stanco, spossato e ti viene tolta anche la lucidità... ma, dopo, a distanza di anni, ti guardi indietro e ti rendi conto che alla fine sei stato solo un "essere umano"... con tutti i tuoi limiti ed i tuoi difetti... ed un figlio...

* Nokenicus: grazie della visita. Ricambierò.

Mcloud ha detto...

* Angelo Azzurro: grazie. Per ora vivili, non preoccuparti del dopo... ti auguro di non doverti mai porre il problema. :) Un abbraccio

* Maria Rosaria Rossini: si, le patologie che colpiscono la "mente", proiettano l'essere umano in una "vita parallela"...

* JANAS: lasciati guidare dal cuore... ho vissuto questi problemi per dieci lunghi anni... e credo che siano situazioni che si ripetono in tutte le famiglie che vivono questa malattia... restate uniti, e lasciate guidare ogni vostra scelta dai sentimenti... Chiedete aiuto, ci sono specialisti seri, e associazioni di volontariato serie...spesso una parola, può servire ad aprire la mente... e il cuore.
Un abbraccio

Mcloud ha detto...

* Jane: grazie dei complimenti... e grazie del tuo "pensiero"... lo posterò al più presto... Ma mi vedi davvero così :-O? :)))

* RED: è la vita... ma alla fine si guarda comunque avanti, sai?
Un bacio

* Frufrupina: grazie :)
Un abbraccio

Mcloud ha detto...

* Amarillysa: segnano... ma servono
Un bacio

* Marco Ranno: grazie del tuo passaggio :). Un abbraccio

* Maria Chiara: un abbraccio a te.

Mcloud ha detto...

* Lella: è un augurio che ci facciamo tutti... Un bacio

* Wilma: sai, penso che una persona capace di "amare" il proprio compagno o la propria compagna anche quando deve affrontare una situazione talmente "gravosa"... può davvero dire ci aver conosciuto l'AMORE...

Gianna ha detto...

Ne so qualcosa,oggi non ci sono più...

Donnachenina blog ha detto...

Ciao Maurizio, c'è stato un frainteso, non sei tu che non sei stato semplice, è il web che non è semplice per me...ma nel frattempo, ho avuto un momento di lucidità che anche l'Alzheimer concede e ho capito cosa si poteva fare per la parte finale del tuo post...quella che rimanda ad un'altro sito che riporta il tuo racconto
Grazie e ciao

Biancamaria ha detto...

ciao Maurizio,
purtroppo conosco questa sensazione che si vive accanto a chi ha questa terribile malattia,sto per ripercorrerne i passi anche con mio padre ,dopo mia nonna e mia zia....non si augura a nessuno...
nessuna malattia è bella,ma alcune devastano più di altre anche chi sta intorno.
un abbraccio

Mcloud ha detto...

* Stella: portarli dentro... senza rimpianti... io non ci riesco ancora del tutto...

* Donnachenina: ora è più chiaro.. grazie :-)

* Aglaia: ogni malattia che coinvolge la "mente" è devastante più di altre... forse per tutte le implicazioni che ci sono...
Un abbraccio a te