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mercoledì 3 novembre 2010

NO MORE....

Anche l’assenza di pensiero è pensiero. E non mi arrendo! Perché voglio esternare anche il mio “vuoto”, quello dei pensieri così “affollati” da sembrare inesistenti… una “nube” densa…. troppo fitta per dare spazio alla coerenza ed alle parole “giuste”.
E anche mettere nero su bianco aiuta…. me lo ripeto spesso. Può essere terapeutico, almeno quanto può esserlo il parlare con una persona disposta ad ascoltarti, e se ti fermi almeno una la trovi. Ma riesci a vederla soltanto se ti fermi.
Il mondo assume forme e colori differenti, a seconda della prospettiva da cui lo osservi, e i pensieri sono la nostra prospettiva.
E ogni tanto fa bene rivederSI e riascoltarSI. Ha ragione Laura quando dice che spesso il problema sta “dentro” di noi e non “fuori”. Scontato? E’ strano come oggi più che mai ripensi a molte cose “scontate” e le riveda come se fossero “rivelazioni” uniche. Non si è mai abbastanza “vecchi” per mettersi davanti allo specchio e “guardarsi”, senza voltare lo sguardo… fino in fondo. Senza trovare scuse o “inventare” alibi. Nessuno si proclami “vittima”, perché una volta nella vita, almeno una volta, è stato “carnefice”, consapevolmente o inconsapevolmente. E oggi voglio pensare fino in fondo al tempo perso, alle occasioni buttate via, alle scelte sbagliate, all’amore calpestato, e non voglio cercare "colpevoli" o presunti "responsabili" dei miei errori…. Vorrei solo riuscire a "vivere" fino in fondo tutto l’amore e tutto il dolore…. tutto ciò di cui, alla fine, sono stato io l’artefice…. E se riuscirò a farlo, forse riuscirò a crescere quel tanto che basta per poter dire che niente è stato inutile.

lunedì 25 ottobre 2010

RIVOLUZIONE STATICA

Non è che volessi cambiare look al blog….. ma è successo tutto così velocemente….. senza lasciarmi il tempo di prenderne coscienza.
Il Signor Blogger aveva deciso che per il mio codice html non ci poteva essere futuro, e dopo la banalissima aggiunta di un nuovo elemento grafico, ha permesso che si sballasse definitivamente e irrimediabilmente, imponendomi una rivoluzione estetica.
Che poi mica è stata proprio una rivoluzione…. insomma alla fine i colori, gli abbinamenti, l’aspetto generale non sono cambiati.
Un po’ come nella vita…. sembra che ti costringa a cambiare chissà cosa, ma alla fine ti ritrovi sempre faccia a faccia con te stesso, quello di sempre… e che palle!!!
Troppo profonda sta riflessione, non ero più abituato a tanta PROFONDEZZA….

domenica 25 aprile 2010

lunedì 29 marzo 2010

ESCO....

Esco....
Sento il bisogno di respirare aria nuova.
Sento il bisogno di respirare ancora me stesso, quello che sono davvero, quello che so di essere, senza ombre e senza paura di mostrarmi.
Quello che è riuscito a vivere e a sopravvivere ai calci in culo ed alle proprie frustrazioni.... che ha saputo subire senza legacci e senza parole inutili, folli o troppo razionali.... che ha dato ed ha preso.... che ha ricevuto senza pagare e che ha pagato senza ricevere.... che si aspettava molto.... che ha trovato tutto.... o niente.... passando oltre.... quello che si è fermato giusto in tempo.... e per il giusto tempo..... che è andato oltre.... che ha bevuto in un sorso solo, dolce e amaro, ed ha dimenticato..... quello che non riesce a dimenticare.... ma non riesce a odiare....
Esco ancora....
C’è il mare che mi aspetta.... c’è ancora.... là, per me.... che mi porta lontano e mi avvicina....
E ripercorro.... rivedo.... riassaporo.... e mi tuffo ancora nel presente.... e respiro.
Chi c’è c’è.... chi ha paura di esserci si fotta.... chi vuole fingere di esserci capirà che è inutile....
Esco.... adesso.... perché è il momento giusto.
Mi hanno rotto le palle gli attori, le attrici, le scenografie e le comparse.
Oggi esco, e voglio godermi il panorama dell’umanità…. ancora in volo.

domenica 21 marzo 2010

L'AMPLESSO NEGATO

Mi sono sempre chiesto perché le donne amano tanto fare shopping.
Per noi uomini non è una cosa così “fondamentale”. Ho cercato una spiegazione razionale, mi sono concentrato sui meccanismi psicologici che potrebbero governare questo irrefrenabile impulso che sembra animarle, soprattutto dopo una delusione, ma anche in pieno stato di appagamento.
L’unica cosa che sono riuscito a intravedere è stato un paragone tra questo “bisogno” femminile e l’appetito sessuale maschile.
Tutto è nato da una mail ricevuta da un amico, una di quelle mail apparentemente “ciarlone”, “ridarecce”, sensa alcuna velleità “introspettiva” o “riflessiva”.... eppure è là che ho trovato la risposta.
Troppo banale.... direte voi. Probabilmente si, rispondo io.
Comunque in questa mail ho trovato il sottile parallelismo che mi ha fatto riflettere; un concetto che più che da “commentare” o “analizzare” è da “rivelare” al momento opportuno....
A quanti di voi maschietti non è capitato di essere lì, accoccolati accanto ad una donna, proprio mentre vi apprestate a vivere i momenti di intensa passione che nella vostra mente già si sono materializzati alcune ore prima; e proprio in quel momento, dopo i primi baci, le prime carezze, che dovevano essere il preludio ad un’apoteosi di sesso.... lei, candidamente.... con fare languido che nasconde un perfido progetto affinato negli anni.... vi guarda e vi dice, con voce sussurrata da cerbiatta: “amore, no, adesso voglio solo che mi abbracci, ho bisogno di coccole, stasera voglio un po’ di romanticismo…. capisci? Ne ho bisogno”.
Qualche secondo di silenzio.... e voi, là, con il corpo ormai svuotato dei circa 5 litri di sangue, che in quel momento si sono concentrati completamente in un’altra parte del corpo che è diventata praticamente la vostra “vera” parte “pensante”, scippando questa funzione tanto nobile al povero cervello, che, annaspando, non riceve più ossigeno sufficiente a garantirvi una capacità anche solo accettabile di “attenzione”.
E, ancora increduli, non avete nemmeno il tempo e la capacità di replicare, mentre lei fa le fusa come una gatta cercando solo quelle che lei definisce “coccole”.
Rimanete inerti, quasi allucinati, in uno stato simile alla catalessi. E lei, appagata da quel “sottile” senso di “potere” di cui tanto le aveva parlato sua madre, si addormenta sul vostro petto, o, peggio, sul vostro braccio, che inevitabilmente vi ritroverete totalmente insensibile e “formicolante”.... e voi, in uno stato di “morte apparente”, percepite quello che vi accade attorno, ma non riuscite a muovere un solo muscolo.... non tentate neanche di “ribellarvi”, e restate là, finchè il sangue non ritorna a scorrere più o meno normalmente nel vostro corpo, fornendo una sufficiente quantità di ossigeno al vostro cervello, liberando quell’altra parte del vostro corpo che resta, aimè, “inappagata”.
E qui scatta la genialità, la “rivoluzione” del pensiero, la conquista della “consapevolezza”:
Qualche giorno dopo l’episodio di “catalessi” voi le proponete un giro in centro, premettendo che in quell’occasione sarete voi a darle ciò che desidera.... la sua carta di credito potrà lasciarla a casa. Perché siete voi che volete essere gli artefici della sua felicità, del suo appagamento, voi, solo voi.... come gesto che parla del vostro bisogno di “manifestarle amore”….
Dopo una mezz’ora, eccovi insieme a lei, in un habitat congeniale ai suoi istinti più reconditi: il centro commerciale o le vie del centro.... luoghi “ameni” per voi, una “terra di mezzo” dove lei invece si sente finalmente “viva” e “libera”. Libera di “shoppingare”.
E voi, lì, ad osservarla senza dare nell’occhio, anzi, agevolate il suo “slancio”. L’assecondate in ogni pensiero, e, non solo.... Entrate con lei in una delle boutique che lei ama frequentare per cambiare circa ogni due settimane il suo guardaroba, e le dite: “ecco, prova ciò che ti va.... al resto ci penso io, voglio vederti felice, è questo che conta”.
Lei, quasi incredula, comincia a provare un capo di Armani, una gonna di Ives Saint Laurent, un top di D&G.... timidamente il suo sguardo si ferma su un delizioso completo di Valentino.... non osa chiedere il prezzo alla signorina che la sta assistendo (anche perché non fa chic chiedere il prezzo di un abito prima di averlo pagato). Ma voi la rassicurate, e, pacatamente, le dite, con voce calma e sussurrata: “amore, non preoccuparti, per me l’importante è che tu sia felice, provalo pure se ti piace....”.
E, dopo appena tre ore di stazionamento nella boutique, vi avvicinate alla cassa con lei.... la commessa ha quasi terminato di passare tutti i capi.... lei vi guarda come poche volte vi ha guardato, appagata e desiderosa di “indossare” al più presto il bottino di guerra e mostrarlo alle sue amiche. Voi, avete quasi ceduto la carta di credito nelle mani della commessa.... ma.... un istante.... ecco il genio....
Pensieri reconditi che prendono nuovamente forma dentro voi.... il ricordo di uno stato di “morte apparente”.... un urlo strozzato in gola (si fa per dire)....
Vi girate verso di lei, ritirando la carta di credito dalle mani della commessa che non fa a tempo a bloccarla tra le sue dita.... la guardate.... e con la stessa voce pacata e sussurrata di prima, le dite: “amore, no, adesso non mi va di pagare.... adesso voglio solo che mi abbracci, ho bisogno di coccole, oggi voglio un po’ di romanticismo.... Capisci? Ne ho bisogno!!!!”
E lì, cari maschietti, la nostra mente si libererà in un amplesso che ci ripagherà di tutti quelli che ci sono stati “negati” nel tempo....


Stasera sono in preda ad un bieco sentimento di anti-romanticismo.... ma sono certo che mi riprenderò presto.... nel frattempo c'è una colonna sonora che calza a pennello.... QUI

giovedì 18 marzo 2010

RUBAI



È l'alba.
S'illumina il mondo come l'acqua
che lascia cadere sul fondo le sue impurità.
E sei tu, all'improvviso,
tu, mio amore,
nel chiarore infinito, di fronte a me.

Giorno d'inverno... senza macchia,
trasparente come vetro.
Addentare la polpa candida e sana d'un frutto.
Amarti, mia rosa, somiglia all'aspirare l'aria in un bosco di pini.

Chi sa, forse non ci ameremmo tanto
se le nostre anime non si vedessero da lontano
non saremmo così vicini, chi sa,
se la sorte non ci avesse divisi.

È così, mio usignolo,
tra te e me c'è solo una differenza di grado:
tu hai le ali e non puoi volare
io ho le mani e non posso pensare.

Finito, dirà un giorno madre Natura
finito di ridere e di piangere
e sarà ancora la vita immensa
che non vede non parla non pensa.

Nazim Hikmet


Per ascoltare il video clicca QUI

mercoledì 3 marzo 2010

LA PAURA DELLA VERITA'


Tutte le verità passano attraverso tre stadi...
prima vengono ridicolizzate;
dopo vengono violentemente contestate;
infine... vengono accettate dandole come evidenti...

Arthur Schopenhauer


Ludovico Einaudi...Fly
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domenica 28 febbraio 2010

AVATAR

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Siamo nell'era del virtuale, degli "Avatar"...
Sotto alcuni aspetti è inquietante l'idea di poter arrivare a creare un "clone" tridimensionale, magari anche solo olografico, di noi stessi... però in alcune occasioni potrebbe anche tornare utile... un incontro di lavoro palloso, una riunione condominiale, una riunione di famiglia di quelle "formali", della serie "parenti serpenti"... capita no?
Ma non è ancora possibile, almeno penso...
Però se c'è qualcuno che si vuole divertire a creare una propria "copia" virtuale, con tanto di animazione personalizzata, sappia che c'è un sito che fa al caso suo.
Si chiama EVOLVER.
Dopo esservi registrati gratuitamente, vi permetterà di creare il vostro avatar, dandovi anche la possibilità di "plasmarlo" su una vostra foto.
Sto peggiorando eh?
Lo so...
Buon divertimento a chi vorrà cimentarsi
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venerdì 19 febbraio 2010

DELIRIUM ODIENS


E se fosse tutto un film? Una commedia.... con tanto di scenografia, comparse, interpreti principali e secondari, regista, tecnici del suono e delle luci, costumisti, truccatori, manovalanza per gestire i vari set....
Tutta un’illusione, in cui tu sei ignaro di recitare, e ti sembra “roba” vera quella che dici, che vedi, che “provi”.... l’amore, il dolore, la gioia.... I colori, le forme, gli odori, i sapori e le sensazioni.
Se tutto fosse la perfetta orchestrazione in cui hanno deciso di metterti per recitare una parte, facendoti credere che sia realtà....
E magari poi ti accorgessi che se spengono le luci, se spostano le "gigantografie" del paesaggio, se portano via le sagome, se svestono tutti gli attori e le comparse degli abiti e del trucco che hanno “imbastito” su misura.... la realtà è un’altra cosa....
E scoprissi che ciò che vedi è una “costruzione” che prende forma nel tuo cervello passando attraverso gli occhi?
Come ci rimarresti?
E come ti muoveresti nella tua vita, sapendo che tutto è relativo. E che il tempo, le immagini, e tutto il resto rappresentano solo “una” delle dimensioni e delle possibili “scenografie” in cui puoi ritrovarti?
E se poi cominciassi a comprendere che può esserci qualcuno che cerca di “costruire” ad arte quella che tu credi che sia la “TUA” realtà?
Rivedresti le tue opinioni su te stesso e sugli altri? Rivedresti le tue opinioni sul significato di ogni tua azione, di ogni tuo pensiero e di ogni tuo sentimento?
Io personalmente spesso ho la sensazione di essere capitato nel set di un film comico, quasi demenziale in cui non mi sforzo nemmeno tanto per far ridere.... ma anche gli altri non scherzano.
Ma anche se tutto dovesse essere relativo, non mi perderei l’occasione per farmi quattro grasse risate o qualche sana “capa di pianti” (termine pugliese che richiama il pianto liberatorio.... non quello timido con una lacrimuccia che solca timidamente il viso.... ma quello in cui ti devi armare di lenzuolo per soffiarti il naso colante e asciugare gli ettolitri di lacrime).
L’occasione per godermi il film non me la perdo, comunque.
E sapere che “dietro” a tutto questo ci potrebbe essere un “attento orchestratore”, mi servirebbe solo a mettermi meglio in posa, mostrando il mio “lato” migliore o peggiore, a seconda dei momenti. O a decidere di costruirmi un copione davvero mio, reale, consapevole....
Chissà se poi ci riuscirei davvero....

Grande Fratello docet

Vabbè.... mò basta a delirare....

Beccatevi sto pezzo della Mannoia
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sabato 13 febbraio 2010

lunedì 1 febbraio 2010

IN CAMMINO....


Non sono “sparito”. Sono ancora qua.

Sono stati giorni particolari. Pieni, intensi... lavoro... piccole e grandi cose quotidiane che hanno richiesto il mio impegno mentale, emotivo e materiale. Ma è stato bello sperimentare che attraverso la fiducia, la fede, le cose cambiano, e si ha la netta sensazione di poter "addomesticare" gli avvenimenti negativi.

I problemi non svaniscono nel nulla, ma possono diventare parte di un meccanismo più grande, nel quale si riesce ad intravedere comunque una via d’uscita.

Quello che sembrava un piccolo puntino all’orizzonte, insignificante e, in molti momenti, preoccupante nella sua estrema “lontananza”, ora sembra una luce molto più vicina, della quale si intravede la forma che dà un senso a molte delle cose che facciamo e pensiamo, e toglie buona parte dell’affanno nel quale ci si imbatte soprattutto quando si è assaliti dalla paura di “ciò che ci aspetta domani”.

La soluzione sembra meno “incerta” e provvisoria, più “controllabile” e “funzionale” ai nostri desideri.

Chiedo scusa a quanti di voi non ho potuto “ricambiare” nei vostri passaggi “virtuali” e “meno virtuali”. Mi prenderò il giusto tempo per farlo nei prossimi giorni.


La sfida sta nel trovare un raggio di luce in ogni avvenimento, anche in quelli negativi.

James Redfield

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domenica 24 gennaio 2010

LINEA DI CONFINE

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Dedicato a chi ha subito e subisce le conseguenze di ogni "forma" di male, della vera cecità da cui siamo limitati come esseri umani, dell’indifferenza di chi è morto spiritualmente, della follia di chi ha deciso di colorare la sua anima di “nero”.
Dedicato a chi crede ancora che non sia mai tardi per “svegliarsi” e decidere di “capire” e “guardare” il valore che riposa dentro, e le trappole nascoste “fuori”, senza fermarsi alle apparenze, per poi cominciare a “camminare” e “agire”, ripartendo dalla propria vita.
Dedicato a chi non ha paura di mettersi in discussione, e accettare che la vita non è solo ciò che “vediamo”
Dedicato a chi non è ancora sazio "di giustizia" e non si accontenta del proprio orticello
Dedicato a chi mostra le sue lacrime senza farne una maschera
Dedicato a chi sa dire ancora NO
Dedicato a chi dice SI senza aspettarsi niente in cambio
Dedicato a chi si è sentito illuso, beffeggiato, ingannato, e, comunque, non rinuncia ad amare
Dedicato a chi continua a sognare
Dedicato a chi non parla troppo ma ha la mano sempre tesa verso il basso
Dedicato a chi sente ancora il bisogno di rivolgere lo sguardo verso l’alto
Dedicato a tutti quelli che leggendomi non mi hanno ancora preso per pazzo

A tutti gli altri, prometto che prima o poi mi farò curare, ma dubito che ci sia una terapia.

Vedo il mondo, sento l’anima
Immagini sbiadite prendono forma
Nitide si affacciano alla mia coscienza
Non sento più il dolore dei pensieri e dei ricordi
Il presente è un dono
Il domani è una conquista
La lama delle anime “nere” non può ferirmi
Mercenari dello spirito.... venduti per un soldo al mondo
Non temo il luogo in cui consumano il loro pasto
Sento la fragranza “amara” del vino che offrono
Mi invitano ad un sorso.... solo un sorso....
Chiudo le mie labbra....
Lontano dalle mense ipocrite
divido il mio cibo con chi passa inosservato
Anime nude, ignorate dal mondo
Cade la maschera di chi non ha cuore.... non mi inganna più
Non è follia.... non nascondo il mio bisogno di amore
Lascio scorrere la vita dentro me
Dolcemente si insinuano le verità invisibili
Ed io, senza fuggire, le lascio entrare....

Loreena McKennitt - The old ways
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mercoledì 20 gennaio 2010

INCONTINENZA CAZZARA

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Siamo alle solite…. mi scappa…. mi scappa un’altra cazzata.

Ultimamente mi riscopro “incontinente”. Le cazzate si moltiplicano, incontrollabili…. Le ritrovo là belle e confezionate nella testa, e, come se non bastasse, me le offre anche il mio prossimo, anche il prossimo che incontro casualmente per strada o sul lavoro, pronte all’uso ed all’abuso. Si fanno spazio a gomitate tra i pensieri più o meno normali (quei pochi che ancora resistono stoicamente al decadimento della ragione), e poi vengono fuori in modo del tutto “fluido” e naturale, certe di non incontrare alcuna resistenza sul proprio cammino. Ho sempre affermato che l’autoironia è l’arma migliore per esorcizzare le paure quotidiane e lo stress emotivo in generale, ma ultimamente sto davvero esagerando.

Comunque, durante uno dei tanti pasti frugali ritagliati nella pausa pranzo, ho involontariamente assistito ad una conversazione che ha dato il colpo di grazia al mio già precario equilibrio psichico. Il momento della pausa pranzo è notoriamente uno dei momenti più profiqui per fare OUTING, e la conferma è venuta proprio da questa involontaria (si fa per dire) “captazione” delle parole di due giovani donne sedute al tavolo accanto a quello dove io ed altri “sventurati” della pausa pranzo eravamo intenti a placare i morsi della fame ed a trascorrere l’ora d’aria tanto anelata soprattutto nell’era Brunetta.

Queste due donzelle parlavano animatamente e ridacchiando di qualcosa, alchè è stato spontaneo origliare (lo so che non si fa ma io l’ho fatto… mi volete ammazzà? E allora avanti… ammazzatemi).

Sono riuscito a tenere alta la mia attenzione sulla loro conversazione in misura sufficiente a capire che si parlava delle “prestazioni” di un esemplare di sesso maschile con una di loro. E tra una risata e l’altra, una esclamazione e l’altra, ho captato una parola: PUNTO G.

E allora, prendendo spunto da questo originale episodio, riflettevo su una cosa: ma chi l’ha inventato sto cacchio di PUNTO G? Da medico dovrei essere razionale e distaccato…. pronto ad una spiegazione scientifica che diradi ogni ombra di frustrazione e dubbio…. ma da maschio la domanda nasce spontanea.

Non bastano tutti i casini che uno ha già di suo nella vita? Ci voleva quel genialoide che ha tirato fuori dal cilindro l’esistenza di un “punto” preciso in cui convergono tutte le energie necessarie al raggiungimento del piacere femminile, l’apoteosi dei sensi, l’appagamento totale….

Ma non basterebbe riuscire a vivere serenamente un sano rapporto sessuale e basta? (che quando uno riesce a viverlo è già un miracolo)

No eh? Bisogna pure trovare il punto G.

Eccheccazzo.

E se uno nell’alfabeto sessuale deve ancora scoprire il punto A, come la mettiamo? Fino alla G ci sono 5 lettere… è na tragedia!!!!

E sono questi i momenti in cui un uomo potrebbe sentirsi anche del tutto analfabeta.

E mi chiedo: se uno decidesse di prendere lezioni private sull’argomento, cominciando dall’ABC, a chi dovrebbe rivolgersi? E, soprattutto, ammettendo di trovare l’insegnante ad hoc, come si configurerebbe il pagamento delle lezioni private impartite?

Onorevole Gelmini, anche questo potrebbe essere un problema di istruzione…. per favore, se legge questo post…. rifletta…. e mi dia lumi….

Ora vado…. Il Prozac mi aspetta
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venerdì 15 gennaio 2010

MÉNAGE "OBSOLETO"....

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Certo che nel web spesso vengono “lanciate” storielle apparentemente insignificanti… ma che nascondono grandi verità:
“Lui si avvicina a lei con fare amorevole e protettivo… le porge un bicchiere ed una compressa: cara eccoti la tua aspirina….
Lei: ma non ho mal di testa
Lui: EVVAIIII !!! STASERA SI TROMBA !!!

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Non so che dirvi…. sarà l’astinenza che mi fa sti scherzi!
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P.S.: sullo stile di enne, vi lascio anch'io il video di un pezzo che "A ME MI PIACE ASSAI!!!"
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É Squander degli Skunk Anansie. Lo trovate qui
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martedì 12 gennaio 2010

VORREI....

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Stanotte mi piacerebbe ritrovarti in uno dei tuoi abbracci, e restare così, abbracciato a te, aspettando che arrivi il sonno, come facevo tanti anni fa.
Quando le tue parole e le tue carezze tra i capelli mi davano la giusta dose di serenità, non misurabile, ma sempre e comunque sufficiente a dare una risposta alle mie paure ed ai miei perché.
Non si diventa mai “grandi” abbastanza per privarsi di un abbraccio che non chiede nulla in cambio, l’abbraccio che non mi hai mai negato negli anni in cui ti ho avuta accanto.
Pochi rispetto a quelli che avrei desiderato.
Tanti per ciò che mi hai saputo dare.
L’eredità più grande è quella che hai lasciato dentro me. Quella che ritrovo ancora oggi quando cerco una risposta ai perché che sembrano non avere una risposta.
E ritorna l’immagine di te mentre mi guardi come se fossi la cosa migliore ricevuta dalla vita.
Con te mi sentivo perfetto anche nei miei errori.
Mi manca quella sensazione. Ne ho bisogno.... e allora la cerco.... frugando dentro me, e alla fine la ritrovo pronta a ricordarmi che ogni dolore arriva per dimostrarti il valore della vita, che ogni caduta ti insegna a rialzarti. Come dicevi tu.
Oggi avrei bisogno di averti qui, semplicemente per poterti raccontare tutto ciò che mi passa per la mente.... certo che tu capiresti al di la delle mie parole sconnesse e dei miei pensieri ingarbugliati.... certo che alla fine mi guarderesti sorridendo e mi diresti: “abbi fede e accadrà”.
E non avrei bisogno di altro in quel tuo “ti voglio bene”.... senza ombre, ne dubbi, completo nella sua semplicità.
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venerdì 8 gennaio 2010

PESSIMISMO COSTRUTTIVO....

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Ricevere una cartella esattoriale da 10.000 euri (è plurale).... NON HA PREZZO
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Tirare al lavoro sino alle 19,00 del venerdì pomeriggio e ricevere la telefonata del Direttore che ti chiede di preparargli entro un’ora una relazione dettagliata.... NON HA PREZZO
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Andare al cinema e scoprire che dietro di te è seduta la tua ex suocera che ti sorride con un’espressione a metà strada tra l’ebetaggine e la perfidia, col seguente significato: “MI FA SCHIFO STO FILM MA CI SONO VENUTA APPOSTA IN QUESTO CINEMA VOMITEVOLE SOLO PERCHE’ SAPEVO CHE TI AVREI ROTTO LE BALLE”.... NON HA PREZZO
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“Buttarti” sotto la doccia e ricevere una “cascata” gelida e, solo dopo esserti ripreso dallo shock termico, scoprire che la caldaia è andata in “blocco” e dover zompettare gocciolante fino alla stramaledetta caldaia per riaccenderla, mentre il gelo dei -10 °C che pervade la casa accarezza la tua pelle ormai simile a quella di un’oca con l’orticaria.... NON HA PREZZO
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Adagiarti sul divano, esausto, e sentire il cellulare che squilla e scoprire che devi tornare al lavoro perché sei reperibile.... NON HA PREZZO
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Alzarti al mattino con tutti i buoni propositi e scoprire che ti hanno ciulato l'auto.... NON HA PREZZO
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Restare con l’auto (prima che te la ciulassero) in panne e, mentre cerchi di chiamare qualcuno che abbia pietà di te, sentire la vocina della signorina della Vodafone che recita: gentile cliente il suo credito è insufficiente.... ma da oggi, se vuole, può addebitare la sua telefonata” e mentre stai per pigiare il tastino per l’addebito, sentire il vuoto e scoprire che si è scaricato il cellulare e che hai dimenticato il caricabatteria da auto.... NON HA PREZZO
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E, dopo tutto questo, incontrare il pubblicitario che ha inventato lo slogan che “PER TUTTO IL RESTO C’E’ MASTERCARD” e frantumargli il setto nasale con una capocciata.... NON HA PREZZO
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In certi casi, per tutto il resto, al massimo, c’è solo LOURDES.... forse
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Uso solo contanti....
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sabato 2 gennaio 2010

LE NUOVE FRONTIERE DELLA FICTION

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RAI Educational e S.I.L.V.I.O. (Società Internazionale di Liberazione e Valorizzazione dell'Intelletto Offuscato) Communication presentano: una nuova fiction, un’opera di alto valore social-culturale, espressione di un nuovo concetto di “ordine e giustizia”. DA NON PERDERE!!!!
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Passate il mouse sopra l'immagine....
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Si consiglia la visione ad un pubblico ADULTO
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